Multe autovelox nulle: quando e come la Cassazione ammette il ricorso
Multe autovelox nulle: quando e come la Cassazione ammette il ricorso
La Corte di Cassazione civile è intervenuta di recente sul tema degli autovelox, con l’ordinanza n. 5532 del 6 marzo 2017, affermando che i dispositivi finalizzati al controllo elettronico della velocità non possono essere installati su strade che non rientrano nella tassativa e dettagliata classificazione di cui all’art. 2, co. 2 e 3, del Codice della strada. Nel caso specifico, la Cassazione ha sottolineato che l’installazione di autovelox su strade urbane a scorrimento veloce è legittima solo se sussiste una previa autorizzazione del Prefetto e sempre che quest’ultima sia stata adottata tenendo conto della classificazione delle strade contenuta nella disposizione sopra richiamata.
Ne consegue che il provvedimento prefettizio, che autorizzi il collocamento di autovelox presso strade diverse da quelle indicate nell’art. 2, co.2 e 3, Codice della strada, potrà essere disapplicato nel procedimento di opposizione a sanzione amministrativa e, contestualmente, la multa annullata.
E’ appena il caso di ricordare che la Suprema Corte, già con la sentenza del 20 dicembre 2016, n. 26441, aveva avuto modo di confermare l’orientamento giurisprudenziale secondo il quale la sanzione amministrativa per eccesso di velocità può formare oggetto di ricorso e, quindi, essere annullata, qualora non riporti gli estremi del provvedimento prefettizio che autorizza l’installazione dell’autovelox.
Merita, inoltre, di essere menzionata la sentenza dell’11 maggio 2016, n. 9645, con la quale la Cassazione aveva precisato che la sanzione per eccesso di velocità è, altresì, nulla se rilevata con un dispositivo elettronico non tarato; gli autovelox, infatti, devono essere periodicamente tarati e verificati al fine del loro corretto funzionamento.